Vuelta a España 2022, si attendono grandi nomi al via: “Ci saranno grandi emozioni e un buon livello”
Si prepara un grande spettacolo per la Vuelta a España 2022. In questi giorni, infatti, il direttore di corsa Javier Guillén ha parlato di quello che si aspetta dalla prossima edizione dell’ultimo Grande Giro della stagione, ma anche delle sue preoccupazione legate all’evolversi della situazione del Covid-19. Da anni la corsa iberica riesce ad attirare a sé tanti nomi importanti: spesso, infatti, in Spagna arrivano sia i corridori che hanno già corso il Giro d’Italia, sia quelli del Tour de France. Tra i grandi nomi attesi quest’anno spicca, però, quello di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che sembra intenzionato a tornare alla corsa con cui si rivelò al grande pubblico nel 2019.
A proposito dei corridori intenzionati a partecipare alla prova iberica, Guillén ha detto ai colleghi di AS: “Per il momento siamo nella fase in cui confermano le loro intenzioni, ma sarà una cosa diversa quando partiremo per Utrecht (nei Paesi Bassi, da dove la corsa prenderà il via, ndr) […] Come direttore di corsa di solito sento la mancanza di chi non viene, ma per il momento sono soddisfatto delle conferme che abbiamo“.
“Remco Evenepoel, Mikel Landa, Richard Carapaz, Enric Mas o Alejandro Valverde – ha aggiunto facendo qualche nome – Pogacar ci ha detto che ha la Vuelta nel suo calendario indifferentemente da quello che succederà al Tour. Ma ripeto, è ancora presto per dire chi sarà al via. Ciò che è certo è che ci saranno sempre grandi emozioni e un buon livello perché la corsa che organizziamo non è mai decisa fino all’ultimo giorno”.
L’organizzatore si è però detto preoccupato dalla situazione Covid, con il virus che al Giro di Svizzera è tornato prepotentemente a far sentire la sua voce: “Pensavamo di fare una Vuelta più aperta quest’anno, ma dobbiamo tornare di nuovo al protocollo di alcuni mesi fa, perché la pandemia ancora non se n’è andata e il regolamento dell’UCI è molto chiaro e severo […] Quello che è successo la scorsa settimana ha attirato la nostra attenzione. Sono bastati pochi casi e un piccolo segnale di allarme per costringerci ad essere attenti all’evoluzione dei fatti”.
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